Monday, January 19, 2009

Il Fungo Sacro nei mosaici gnostici della Basilica di Aquileia

tratto da Chiesa gnostica del Cristo Fungo










Breve storia della basilica di Aquileia

Aquileia è un comune friulano, in provincia di Udine. L'attuale basilica di Aquileia è il più grande monumento che la storia della travagliata città ci presenta in tutta la sua potente bellezza; essa è la proiezione finale di un susseguirsi di edifici le cui radici penetrano fino al II sec.d.C. Infatti, è di quest'epoca la prima sala di culto documentata da uno stupendo, per quanto superstite, pavimento musivo policromo-figurato, di carattere gnostico-cristiano, la cui simbologia è ricollegabile con sorprendente fedeltà al trattato gnostico di "Pistis Sophia" (scoperto assieme ad altri testi gnostici a Nag Hammadi - Egitto - nel 1946 e tradotto in italiano nel 1982).
Le due parti inizialmente esistenti costituiscono l'aula Nord e l'aula Sud. Tali mosaici sono carichi di simboli gnostici che soltanto l'interpretazione di Pistis Sophia ci ha potuto spiegare.
Poiché la simbologia gnostica di questa magnifica basilica è ben spiegata in altri siti Internet (ed in particolare nel sito ufficiale del comune di Aquileia - vedi Approfondimenti), noi abbiamo voluto incentrare l'attenzione del lettore su due immagini del mosaico che forse non sono state ancora adeguatamente comprese ed approfondite.
Nell'aula Nord, nella Campata II, sono presenti le immagini di canestri con fiori e frutta, ma in evidenza, all'interno di un cerchio, sono presenti due cesti: uno contenente 8 funghi e l'altro contenente 9 lumache.

I funghi come simbolo della resurrezione

Tra le molteplici figure rappresentate nel mosaico, sono indicati dunque ad un certo punto due cesti contenenti l'uno funghi e l'altro lumache, che rappresentano (anche nella cultura pagana degli antichi Romani) la resurrezione. Come sostiene anche Graziella Protto in un suo articolo presente alla pagina http://www.gnosi.it/mosaici1.html :

"In particolare, il canestro di funghi e il piatto con le chiocciole alludono alla Resurrezione (il fungo fuoriesce dalla terra, la chiocciola dal guscio)"

Come avete modo di apprendere leggendo i testi ed i documenti che noi riportiamo, è lecito pensare che il Fungo alluda alla Resurrezione nello stesso modo in cui vi allude il simbolo della Croce. Il Fungo è il Corpo di Cristo, la Croce. Molti studiosi riportano che questo bellissimo mosaico attesti l'abitudine di ingerire funghi durante le cerimonie. Il fungo ivi rappresentato, infatti, non è un fungo scelto a caso, non è un fungo qualsiasi. Non è soltanto il simbolo della Resurrezione in quanto fuoriesce dalla Terra, bensì è la Carne di Cristo, perché è l'Amanita.

Gli studiosi non hanno dubbi nell'identificare le lumache raffigurate come appartenenti alla specie Helix cincta e gli 8 funghi raffigurati come appartenenti al genere Amanita. Vista la colorazione rossastra della cappella, è facile identificare il fungo in una delle due specie Amanita caesarea o Amanita muscaria. Vorremmo inoltre sottolineare il numero non casuale dei funghi rappresentati, 8, un probabile riferimento all'ogdoade.
Il fatto che vengano raffigurati in un cesto, come anche le lumache, fa presupporre che il loro scopo non sia stato puramente ornamentale, bensì fa supporre che venissero ingeriti durante le cerimonie (come spiegato più avanti).

Il cesto di lumache ed il rituale di ingestione dei funghi

L'Amanita caesarea (ovolo buono) è un fungo commestibile ed era molto gradito ai romani, che lo chiamavano cibo degli Dei. Il fungo qui rappresentato potrebbe dunque essere Amanita caesarea. Anche l'ipotesi dell'Amanita muscaria, però, ha senso ed è anzi suffragata e rafforzata dalla presenza del cesto di lumache. La lumaca Helix cincta, tuttoggi presente intorno ad Aquileia, è essa stessa commestibile.

Anche le lumache erano cibo molto gradito dagli antichi Romani, che ne mangiavano in quantità durante i banchetti per i riti funebri, poiché per loro le lumache erano collegate alla sepoltura ed alla Resurrezione.

Per capire per quale motivo le lumache ci fanno credere che i funghi in questione siano appartenenti alla specie Amanita muscaria, bisogna fare riferimento ad analoghi rituali tribali che avvenivano presso alcuni popoli siberiani: l'Amanita muscaria, oltre ad avere effetti psicotropi che causano allucinazioni, ebrezza, sovrastimolazione, ha anche grossi effetti collaterali che portano disturbi intestinali spiacevoli, anche gravi. I disturbi si ripercuotono sull'apparato gastroenterico sottoforma di vomito, nausea, dolori addominali. Al fine di evitare questi disturbi, era buona pratica da parte dei popoli siberiani nutrire le lumache con i funghi allucinogeni per alcune settimane, ed infine mangiare le lumache, senza mangiare direttamente i funghi.

Tale pratica, che ha senso in seguito alle proprietà particolari di cui gode il muscimolo contenuto nell'Amanita muscaria, era con molta probabilità diffusa anche presso i paleocristiani.

Conclusioni

La presenza di illustrazioni raffiguranti funghi con proprietà allucinogene nella basilica di Aquileia ci indica che molti riti della cristianità antica gnostica, erano probabilmente collegati a culti misterici segreti collegati all'ingestione di sostanze allucinogene al fine di facilitare l'estasi mistica. La cancellazione dei culti gnostici da parte della chiesa Romana che successivamente si impose, condannandoli per eresia, ha con molta probabilità mitigato se non annullato anche la diffusione di queste cerimonie.
Non a caso in alcuni testi (Origene, Contra Celsum) si dice che le autorità Romane accusarono più volte i primi cristiani di praticare la stregoneria tramite l'utilizzo di sostanze allucinogene.
Successivamente, invece, sarà la Chiesa Romana a condannare le chiese eretiche, comprese le chiese gnostiche, di fare uso di sostanze allucinogene durante i loro riti sacri (Irenaeus, Adversus Haereses, I,13-15; I,24-25).

Immagini e raffigurazioni di Funghi Sacri nell'antica Chiesa cristiana ci può essere d'aiuto per capire il ruolo che svolgeva il Fungo e cosa simboleggiasse e per quale motivo simboli come la Croce o il Pesce, anch'essi carichi di significati, siano sopravvissuti mentre questi altri no.

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